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Re: HMS Ibis
Posted by:
francesco mattesini
()
Date: April 29, 2016 05:11PM
Nel corso di un attacco aereo tedesco realizzato nel pomeriggio del 10 novembre 1942 nella rada di Algeri da quindici bombardieri Ju 88 del III./KG.30 (maggiore Werner Baumbach), decollati da Comiso alle 15.40, due velivoli della formazione piombarono in picchiata sulla portaerei Argus, che fu colpita alle 17.17 a 10 miglia a nord di Algeri da una bomba all’estrema poppa del ponte di volo, ma poté ugualmente proseguire la navigazione verso Bougie, per appoggiarvi uno sbarco navale.
Da parte italiana, quel medesimo pomeriggio del giorno 10 un buon risultato fu conseguito con il siluramento e affondamento dello sloop britannico Ibis (capitano di corvetta Henry Maxwell Darell-Brown), di 1.250 tonnellate, avvenuto al crepuscolo durante l’azione di sei S. 79 del 130° Gruppo (tre della 280a Squadriglia e due della 283a) decollarti da Elmas al comando del maggiore Massimiliano Erasi, che aveva per gregari il capitano Giuseppe Cimicchi, e i tenenti Guido Focacci, Nino Meschiari e Antonio Vellere. Gli equipaggi degli aerosiluranti, con ottimismo, ritennero di aver colpito un piroscafo, visto sbandare, e due incrociatori leggeri, uno dei quali visto affondare.
L’Ibis, colpito alle 17.24 sul fianco sinistro da un siluro, con le sale macchine e caldaie allagate dall’acqua che entrava da un grosso squarcio apertosi a centro nave, eruttando nubi di vapore, s’inclinò fino a raggiungere i 15° gradi, costringendo l’equipaggio all’abbandono nave. Continuando a rollare, l’Ibis affondò in circa tre minuti, capovolgendosi, in lat. 37°00’N, long. 03°00’E, a circa 10 miglia a nord di Algeri. Tra l’equipaggio vi furono novantotto morti, compreso il comandante Darell-Brown, e centoundici superstiti, quasi tutti recuperati dall’incrociatore leggero Scylla, meno tre raccolti dal cacciatorpediniere Clare. Nel salvataggio dei superstiti, a causa della presenza di un sommergibile, a cui fu dato caccia, fu perduto molto tempo. Il recupero ebbe inizio dopo quattro - cinque ore dall’affondamento dell’Ibis e fu ultimato alla mezzanotte.
Secondo quanto riportato dal tenente Focacci, che stava all’ala sinistra del maggiore Erasi, quest’ultimo sarebbe stato il responsabile dell’affondamento di un incrociatore tipo “Leander”, ed è quindi altamente probabile che all’asso degli aerosiluranti debba essere assegnatò il siluro che colpì l’Ibis. Un degno riconoscimento a colui che aveva già messo a segno due siluri sui grandi incrociatori Kent e Glasgow.
N.B. Sono graditi eventuali interventi che portino a notizie nei riguardi dell’episodio.
Da parte italiana, quel medesimo pomeriggio del giorno 10 un buon risultato fu conseguito con il siluramento e affondamento dello sloop britannico Ibis (capitano di corvetta Henry Maxwell Darell-Brown), di 1.250 tonnellate, avvenuto al crepuscolo durante l’azione di sei S. 79 del 130° Gruppo (tre della 280a Squadriglia e due della 283a) decollarti da Elmas al comando del maggiore Massimiliano Erasi, che aveva per gregari il capitano Giuseppe Cimicchi, e i tenenti Guido Focacci, Nino Meschiari e Antonio Vellere. Gli equipaggi degli aerosiluranti, con ottimismo, ritennero di aver colpito un piroscafo, visto sbandare, e due incrociatori leggeri, uno dei quali visto affondare.
L’Ibis, colpito alle 17.24 sul fianco sinistro da un siluro, con le sale macchine e caldaie allagate dall’acqua che entrava da un grosso squarcio apertosi a centro nave, eruttando nubi di vapore, s’inclinò fino a raggiungere i 15° gradi, costringendo l’equipaggio all’abbandono nave. Continuando a rollare, l’Ibis affondò in circa tre minuti, capovolgendosi, in lat. 37°00’N, long. 03°00’E, a circa 10 miglia a nord di Algeri. Tra l’equipaggio vi furono novantotto morti, compreso il comandante Darell-Brown, e centoundici superstiti, quasi tutti recuperati dall’incrociatore leggero Scylla, meno tre raccolti dal cacciatorpediniere Clare. Nel salvataggio dei superstiti, a causa della presenza di un sommergibile, a cui fu dato caccia, fu perduto molto tempo. Il recupero ebbe inizio dopo quattro - cinque ore dall’affondamento dell’Ibis e fu ultimato alla mezzanotte.
Secondo quanto riportato dal tenente Focacci, che stava all’ala sinistra del maggiore Erasi, quest’ultimo sarebbe stato il responsabile dell’affondamento di un incrociatore tipo “Leander”, ed è quindi altamente probabile che all’asso degli aerosiluranti debba essere assegnatò il siluro che colpì l’Ibis. Un degno riconoscimento a colui che aveva già messo a segno due siluri sui grandi incrociatori Kent e Glasgow.
N.B. Sono graditi eventuali interventi che portino a notizie nei riguardi dell’episodio.